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“Le Aie”, nasce la cooperativa di comunità a Rovinato di Frassinoro

Senza scopo di lucro e con fini mutualistici, è nata da persone e per le persone

(Sassalbo, 22 Marzo 2021) -  

Partendo da Modena è necessaria circa un'ora di auto per percorrere settanta chilometri e raggiungere i 950 metri sul livello del mare in Appennino dove si trova Rovinato. Nel piccolo borgo semi-sperduto del comune di Frassinoro vive Amelia: l'unica e ultima custode del luogo. L'anziana signora altri non è che la mamma di Sergio Righi, presidente della neocostituita locale cooperativa di comunità.

Due coppie di fratelli e un cugino si sono ritrovati il 17 dicembre 2020 davanti al notaio e hanno creato "Le Aie". Sicuramente e oggettivamente i vincoli di parentela esistenti sono stati determinanti per far partire l'iniziativa, ma non meno importante è stata l'amicizia che da sempre lega i soci fondatori. Si sono ritrovati per condividere obiettivi comuni ascrivibili in primis all'amore che li lega al proprio territorio d'origine. Nello specifico è proprio nella montagna che affondano le proprie radici e da qui partono per tener vivo il borgo, generalmente pressoché deserto, ma che nei week end e in estate si ripopola. L'obiettivo è di rianimare i luoghi nei quali da bambini hanno giocato, quei luoghi dove si sono conosciuti e dove hanno potuto consolidare i loro rapporti e le loro relazioni.

 "Era da tempo che avevamo pensato di fare qualcosa. A dicembre scorso è giunto il momento. Facendo perno sul fatto che due dei nostri soci hanno terminato l'attività lavorativa e possono dedicare tempo al nostro progetto, abbiamo preso slancio e siamo partiti". Queste le parole con le quali il presidente racconta come si è concretizzata l'iniziativa.

"Le Aie", il nome scelto per la cooperativa, incarna il significato che questo luogo in passato aveva nei borghi d'Appennino. Queste erano le aree deputate alla socialità: il centro dell'attività contadina, come la greca agorà era il punto di aggregazione per eccellenza. Era nell'aia che arrivava il fieno, sempre qui, in modo comunitario, si trebbiava il grano e sempre qui la gente si trovava per fare due chiacchiere. 

La cooperativa, senza scopo di lucro e con fini mutualistici, è nata da persone e per le persone, non per conseguire profitti, ma per sviluppare occasioni per migliorare il benessere collettivo. 

È attraverso la valorizzazione delle competenze tramandate, delle tradizioni culturali e delle risorse territoriali che viene perseguito lo scopo di soddisfare i bisogni della comunità locale per migliorarne la qualità della vita sia dal punto di vista sociale che economico. Ciò si ottiene attraverso lo sviluppo di attività eco-sostenibili finalizzate alla produzione di beni e servizi, alla creazione di offerte di lavoro, al recupero, mantenimento e alla gestione di aspetti e tipicità locali. Vengono tenuti in particolare considerazione i beni ambientali, artistici e monumentali esistenti così come la condivisione dei valori comuni del territorio. 

"Le Aie" è orientata alla diffusione di una cultura ambientale ed etica, attraverso l'utilizzo responsabile delle risorse naturali e la loro valorizzazione attuata in un'ottica di risparmio energetico. Alle attività, sia domestiche che produttive, viene data un'impronta ecologica con particolare focus per la produzione di energia derivante da fonti rinnovabili.

"Abbiamo intenzione di ritornare a coltivare i terreni di proprietà dei soci: fare la fienagione, coltivare le patate, il granoturco, il farro, il grano, tutto ciò che in passato consentiva il sostentamento. Vogliamo lavorare il terreno e tenere puliti i campi ma anche le strade per accedervi. Se non si opera in questo modo è certo assistere a dissesti idrogeologici. Vogliamo contribuire all'arresto dello spopolamento purtroppo in queste zone molto forte". Questo il pensiero del presidente Sergio Righi.

Nel rustico di fine Ottocento di proprietà di uno dei soci, ceduto in comodato d'uso gratuito alla cooperativa e ora in corso di ristrutturazione, verranno ricavate alcune camere per gli ospiti. Qui si potranno anche gustare eccellenze enogastronomiche realizzate partendo da quello che verrà prodotto dalla cooperativa: polenta, gnocco, tigelle, e altre specialità tipiche. 

Sergio Righi prosegue: "Alleveremo suini per produrre salumi, faremo il pane come una volta, cotto nel forno a legna. Il fine ultimo è di dare ora, nel XXI secolo, di nuovo e nuovo valore a ciò che ha permesso ai nostri avi di vivere quassù". 

"Le Aie" si impegna a promuovere l'Appennino attraverso lo svolgimento di attività turistiche, organizzando eventi culturali tesi a preservare le antiche tradizioni con particolare riferimento al mondo contadino, rurale e artigianale anche con progetti didattici rivolti ai ragazzi.

Ma i soci della cooperativa vanno anche oltre. Nel futuro vedono anche la possibilità di creare una rete di realtà simili alla loro per promuovere il territorio in modo sinergico ed organizzato andando ben oltre meri obiettivi campanilistici che, se per certi versi possono essere condivisibili, potrebbero essere anche limitativi.

Ancora e di certo non meno importante rispetto a quanto sopra esposto, è l'intento di rimettere nel circuito sociale la saggezza e il patrimonio di conoscenza delle persone anziane valorizzandole nel modo giusto, mantenendole dunque in un ciclo attivo e socialmente coinvolgente. 

Sono già diverse le persone del luogo che si stanno interessando all'iniziativa e nella quale entreranno come soci sostenitori. L'idea è che una nuova formula d'impresa possa essere quella vincente per consentire la redistribuzione della ricchezza anche in territori dove pare che nessuno voglia più investire. 

L'amministrazione comunale di Frassinoro, attraverso le parole dell'assessore ai lavori pubblici e edilizia privata con delega ad agricoltura e ambiente Flavio Biondini, sostiene la cooperativa Le Aie apprezzando e facendo propri i concetti che sono alla base dell'iniziativa. "La necessità di recuperare le origini contadine con lo scopo di preservare e valorizzare il territorio sono condivise dal Comune di Frassinoro. Personalmente e come amministratore non posso che condividere le motivazioni dei cinque soci fondatori. Sono convinto che l'amicizia e le relazioni così come la passione per la montagna che li hanno spinti a dar vita a questo progetto sono "valori" da perseguire e divulgare. Li ritengo fondamentali per contenere il calo demografico che purtroppo da anni colpisce le nostre aree. La cura del territorio voglia essere da un lato presidio per scongiurare dissesti e incurie dell'ambiente ma dall'altro anche occasione per uno sviluppo sostenibile di attività economiche quali allevamento, silvicoltura in abbinamento ad un'accoglienza turistica green. Con riferimento alle opportunità da poter cogliere nel nostro comune segnalo l'importante investimento in corso di realizzazione per la creazione del percorso attorno alla diga e al lago di Fontaluccia. In collaborazione con Enel, che ha fornito i terreni, e con il Parco dell'Emilia centrale porteranno alla nascita di una pista ciclo-pedonale di 2 km che sicuramente sarà apprezzata dall'utenza e che va ad integrare le possibilità di svago esistenti". 

Si noti che nella zona cominciano a diventare necessarie vere e proprie strutture ricettive anche in considerazione del fatto che proprio a Romanoro passa la Via Matildica del Volto Santo, nel tratto che collega Manno di Toano a San Pellegrino in Alpe. Il percorso attraverso i boschi si congiunge con l'antica Via Bibulca. Questi sentieri sono ormai in auge tra chi sceglie una tipologia di turismo slow, tale da garantire un contatto con la natura ma anche al cospetto della storia millenaria propria di questi luoghi la cui importanza si fa risalire all'epoca di Matilde di Canossa. Il territorio di cui si parla è stato grande in passato grazie all'importante figura della Grancontessa che qui aveva i suoi domini e che qui ha lasciato la sua indelebile impronta ancor oggi percettibile da chi ci vive ma anche solo da chi ci transita.

 (Maria Grazia Vasirani. Comunità redazionale diffusa

 

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