(Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, 05 Ottobre 2020) - Il 5 ottobre, l'UNESCO, l'agenzia delle nazioni unite che promuove la pace e la sostenibilità attraverso educazione/scienze/cultura, celebra la giornata internazionale degli insegnanti.
I docenti, a prescindere dall'ordine e dal grado della scuola in cui operano, sono infatti i protagonisti del processo di formazione delle generazioni future, anche e soprattutto in quei luoghi in cui il diritto all'istruzione non è ancora tutelato quale diritto fondamentale.
Nelson Mandela sostenne, finché ebbe voce, che l'istruzione sia l'arma più potente per cambiare il mondo. Egli affermava ciò per esperienza diretta, visto che lui stesso ne aveva sperimentato il potere enorme sulla propria pelle, arrivando a concepire l'educazione come principale strumento di crescita ed emancipazione, per il singolo e le comunità, in Sudafrica come nel resto del mondo.
Senza docenti capaci, consci del proprio ruolo e debitamente riconosciuti dalla società, nessun processo educativo può davvero aver luogo e portare risultati positivi per il tessuto civile. L'UNESCO, inoltre, vede negli insegnanti i veri catalizzatori dell'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, dal momento che il loro compito formativo non include semplicemente l'ambito della conoscenza, ma anche la promozione di una cultura dell'apprendimento capace di non escludere nessuno e di trasmettere valori e competenze sociali.
Anche il parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano, sulla scia delle raccomandazioni e delle linee guida dell'Unesco, ha colto la rilevanza del coinvolgimento degli insegnanti nella costruzione di un senso di appartenenza a questo territorio e nella diffusione della conoscenza delle sue risorse.
Dal 2008, è infatti attivo il progetto "La Scuola nel Parco", che ha formato centinaia di docenti sui temi della sostenibilità e della cittadinanza.
In quest'anno di sconcerto e di esacerbazione delle diseguaglianze, il tema dell'istruzione, e quindi degli insegnanti, deve essere sempre più al centro dell'agenda globale e delle politiche locali.
Perché un pianeta Terra oppresso da sfide colossali, quali cambiamento climatico e il supporto a comunità sempre più inclusive e resilienti, non può permettersi che 24 milioni di bambine e bambini lascino la scuola.
Ne va del nostro futuro, del futuro di tutti.
Per concludere, pertanto, che dire, se non... Buon lavoro, care e cari insegnanti!
(Chiara Torcianti - Club per l'UNESCO di Carpineti. Comunità redazionale diffusa)