Riserva di Biosfera Appennino tosco-emiliano

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EVENTO 17 LUGLIO: di cosa parleremo?

Giovedì 17 Luglio, al pomeriggio, ci troveremo, se vorrete, a Lagdei, nel cuore di una delle foreste più belle del Parco nazionale, la foresta della val Parma in comune di Corniglio (PR), per parlare della foresta e della drammatica rottura di un equilibrio: l’equilibrio fra la foresta e il suo clima.

Questa rottura ha avuto per ora, come conseguenza più eclatante, la moria dell’abete rosso a causa dell’attacco parassitario dello scolitide Ips typographus. Ci sono però altre cose che non vanno, ma per ora passano sottotraccia, come la perdita della limpidezza dei laghi a causa dell’eutrofizzazione o la scomparsa di circa il 20% delle sorgenti, o ancora sintomi di deperimento di altre specie forestali, per non parlare del crollo delle precipitazioni nevose che ci ha privato dell’ incanto della neve nella stagione invernale. Molte altre cose probabilmente stanno succedendo, ma, essendo appunto sotto traccia non riusciamo a percepirle.

Nel corso del pomeriggio saranno con noi le persone che hanno monitorato quello che stava succedendo e ci presenteranno in modo semplice e comprensibile per tutti dati molto interessanti derivati dal monitoraggio ventennale di questa grande perturbazione della foresta: per esempio quanti alberi sono morti, quanti insetti si sono sviluppati durante le pullulazioni, com’è stato l’andamento climatico, quale foresta sta rinascendo. Lo facciamo ora perché purtroppo l’infestazione quest’anno ha raggiunto pienamente anche Lagdei che rappresenta la “piazza della foresta”, il luogo dove passa il maggior numero di visitatori.

Qui il paesaggio risulta radicalmente cambiato: da una umida torbiera circondata da un’imponente foresta verde e ombrosa siamo passati a uno sfondo di alberi morti, completamente senza aghi, di colore marroncino/grigio. La ricostruzione di quello che è successo a partire dalla torrida estate del 2003, quando tutto è iniziato, può essere molto utile per renderci conto di come gli ecosistemi siano sensibili alle variazioni del clima e come gli effetti generati possano causare gravissimi danni al capitale naturale che è essenziale per la nostra sopravvivenza. Un’estate siccitosa e calda è infatti bastata a rendere gli abeti secolari più fragili, piano piano sono diventati meno verdi e più trasparenti e poi gli scolitidi hanno iniziato ad attaccarli e per vent’anni sono andati avanti.

Chi frequenta e ama la val Parma ha sicuramente imparato a conoscere gli effetti di questa grande moria che ora, dopo la tempesta Vaia, sta imperversando, con esiti molto più gravi, anche su intere vallate delle nostre Alpi orientali mettendo in crisi l’iconica immagine del pascolo alpino verde chiaro scintillante circondato da un bosco alto, slanciato e scuro di abete rosso e con sullo sfondo il luccichio dei ghiacciai.

Dal 2003 ad oggi è stata una continua battaglia che ha sottratto anche molte energie e risorse per sistemare, mettere in sicurezza, favorire la rinascita della foresta. I costi sono stati alti. Abbiamo scelto di seguire gli attacchi intervenendo senza stravolgere la natura e in sintonia con le energie locali, gli stessi ingredienti che più di 100 anni fa hanno fatto si che la foresta fosse ripiantata dopo che l’Appennino era stato completamente raso al suolo per alimentare la nascente industria: allora era il dissesto idrogeologico che aveva messo a nudo la scelleratezza del disboscamento, oggi la minaccia è il cambiamento del clima che ha messo in disequilibrio interi ecosistemi.

Il parco, la regione, le cooperative e le altre imprese locali hanno inseguito, messo in sicurezza, sistemato, messo a dimora piantine, in sostanza riproducendo in anteprima le cosiddette “nature based solutions”, rigettando le scorciatoie e le semplificazioni tipo il “tagliare tutto e ripiantare in soluzione unica” come alcuni sostenevano essere la soluzione. Questa strategia oggi, soprattutto dopo Vaia, viene riconosciuta da numerosi studiosi e tecnici come quella che offre i risultati migliori in termini di ricostruzione di una nuova foresta più resistente ai cambiamenti e più stabile di fronte alle perturbazioni che arriveranno nei prossimi anni.

Il Parco nazionale in qualità di soggetto coordinatore della Riserva della biosfera dell’Appennino tosco emiliano, in collaborazione con molti altri soggetti pubblici e privati ha messo a punto il progetto “Uomini & Foreste” mirato a dare valore ai servizi ecosistemici generati dalle foreste (per ora siamo arrivati a più di 30.000 ettari) attraverso la vendita alle imprese dei crediti di sostenibilità. Qui a Lagdei molte imprese che ci hanno finanziato sono venuti per guardare, ascoltare e lavorare e la foresta è diventata una palestra dove cimentarsi per rendere le nostre foreste più belle, resistenti e preparate per un futuro difficile.

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