Riserva di Biosfera Appennino tosco-emiliano

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La pista ciclabile dei Gessi Triassici della Val Secchia

Per la prima volta l’Appennino reggiano avrà un percorso ciclabile vero e proprio, un’infrastruttura pensata per chi pedala nel cuore del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano. Un’opera attesa e simbolica: non esistono altri tracciati di questo tipo né sul nostro crinale né nell’intero territorio del Parco. E proprio per questo la ciclopista dei Gessi Triassici, che collegherà Gatta a Pianello, nel territorio del Comune di Villa Minozzo, assume il valore di un progetto-pilota destinato a cambiare il modo di vivere e raccontare la montagna reggiana.

Finita la gara d’appalto, i lavori inizieranno nelle prossime settimane, a settembre: il primo lotto, poco più di 2 chilometri da Gatta fino alle Fonti di Poiano, è stato affidato al consorzio Camar, storica realtà dell’edilizia appenninica. Con il secondo lotto, in fase di esame autorizzativo da parte dei vari organi competenti, si andrà a completare l’arteria ciclabile che complessivamente raggiungerà 5,2 Chilometri. L’investimento economico per entrambi i lotti è di oltre un milione di euro, finanziato dal programma Parchi per i l clima del Ministero dell’Ambiente.

«È la prima volta che costruiamo una ciclabile in Appennino – sottolinea Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale –. Lì dove oggi passano auto e moto ad alta velocità, offriremo un’alternativa sicura e coerente con la natura del luogo. Non ci serve un turismo da invasione, maun’accoglienza di qualità».

La ciclabile, larga 2,5 metri e affiancata alla strada esistente ma separata fisicamente da cordoli e fasce verdi, correrà lungo il ciglio di destra dell’attuale pista automobilistica, percorrendola verso valle. Essa rappresenterà uno degli ingressi naturali più importanti del Parco. Nei tratti più delicati sono previste soluzioni differenti: fondo in asfalto color rubino con pittogrammi (simboli grafici usati nella segnaletica stradale per indicare percorsi ciclabili) della bicicletta nei segmenti vicini alla carreggiata, trattamento antipolvere in quelli più aperti, passerelle in legno laddove l’acqua o la morfologia lo impongano. Questo percorso ciclabile ridisegnerà la direttrice dei Gessi, l’area più frequentata del Parco, riconosciuta patrimonio dell’umanità Unesco. Una zona di straordinaria bellezza che è però anche molto fragile: i 1.907 ettari che si estendono tra Castelnovo Monti e Villa Minozzo sono segnati dal carsismo e da fenomeni idrogeologici che impongono cautela. Le sorgenti carsiche delle Fonti di Poiano e le spiagge naturali del Secchia attirano ogni estate migliaia di visitatori: scolaresche, escursionisti, delegazioni scientifiche. Ma oggi l’accesso avviene quasi esclusivamente in auto o moto, generando congestione e impatti ambientali. Con il tempo, tutta la vallata dovrebbe trarre beneficio da questo intervento, non solo dal punto di vista delle presenze ma anche delle qualificazioni immobiliari, ad esempio.

«In pianura – osserva Giovanelli – siamo pieni di piste ciclabili, ma in montagna non ce ne sono. Camminare o pedalare qui oggi è pericoloso, perché la strada è rettilinea e percorsa a velocità elevate. La ciclabile restituirà sicurezza e una dimensione più autentica dell’esperienza.

Un’infrastruttura così diventa un biglietto da visita diverso per chi arriva e un’occasione per distribuire meglio i flussi di visitatori».

Il progetto non è solo un’opera viaria: nasce per proteggere un’area delicata. Ridurre il traffico motorizzato significa abbassare l’impatto ambientale, ma anche migliorare l’esperienza di chi sceglie di scoprire le Fonti di Poiano, il fiume Secchia o la Pietra di Bismantova.

Nel frattempo il Parco ha già investito – sempre nell’ambito del programma ministeriale Parchi per il clima – nella riqualificazione del rifugio Le Fonti, dotato oggi di tetto fotovoltaico, nuovi spazi per convegni e un ristorante ampliato: tasselli di una visione che unisce sostenibilità e valorizzazione.In futuro, nell’ambito dell’intervento, verranno installati pannelli informativi e sistemi di monitoraggio dei flussi di biciclette e veicoli, così da valutare gli effetti concreti della nuova infrastruttura.

«La domenica la bicicletta è diventata quello che lo sci era negli anni Sessanta – osserva Giovanelli –un rito collettivo che riguarda famiglie e non solo sportivi». Per questo la ciclovia dei Gessi non sarà soltanto un’infrastruttura: sarà un passo culturale, una scelta che guarda avanti. Il confronto con il passato è inevitabile. Negli anni Sessanta, ha ragione il presidente del Parco nazionale, era lo sci a trainare lo sviluppo dell’Appennino mentre oggi è la bicicletta a incarnare una nuova stagione del tempo libero, più sostenibile e più inclusiva. La pista ciclabile dei Gessi Triassici, nelle intenzioni, è solo il primo passo: «L’ideale – conclude Giovanelli – sarebbe un giorno arrivare da Roteglia a Gatta con un percorso continuo. Sarebbe un’infrastruttura di valle, capace di cambiare il modo stesso di pensare l’Appennino».

«La ciclopista giocherà un ruolo importante – ha dichiarato il sindaco di Villa Minozzo Elio Ivo Sassi – non solo i visitatori, ma anche per i residenti in termini di accesso e di una migliore la fruizione in tutta la valle. Le frazioni più vicine come Poiano, Tizzola, Minozzo e Sologno ne potranno risentire in termini positivi, ma viste le prospettive dell’uso crescente della bicicletta e dell’incremento della presenza turistica il progetto si inserisce all’interno di un punto d’eccellenza dell’attrattiva di tutta la nostra zona, per tutto il comune di Villa Minozzo e per l’intera Val Secchia».

Un’idea che intreccia natura, turismo e comunità locale. Perché non è solo una pista ciclabile: è un invito a guardare la montagna da un’altra prospettiva, più lenta e rispettosa, più vicina al ritmo dell’acqua che sgorga dalle sorgenti carsiche e al respiro antico delle rocce gessose.

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