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21 e 22 marzo: due giornate internazionali stabilite dalle Nazioni Unite per onorare il pianeta verdeblu

La Riserva si propone d'implementare nelle comunità la consapevolezza del valore delle foreste e di coinvolgere la società civile

(Appennino tosco emiliano, 21 Marzo 2021) - Il 7 dicembre del 1972, gli astronauti della missione Apollo 17 scattarono la prima fotografia "spaziale" della Terra. Un'enorme sfera in cui gli oceani abbracciano le aree in cui cresce la vegetazione, punteggiata dagli incostanti accumuli bianchi delle nubi. Il verde, per la precisione, sta a sottolineare la forma di vita davvero predominante sul nostro pianeta: quella rappresentata, per oltre il 99%, dalle piante. Esse, tuttavia, non solo sono vita, ma ne sono anche la premessa indispensabile ed il motore primo: senza alberi, non si attuerebbe il ciclo dell'ossigeno, ma neppure quello dell'acqua. Ecco perché le alleate principali nella lotta al cambiamento climatico sono proprio le piante e le loro formazioni complesse, ovvero le foreste. In quest'anno abbiamo ripreso consapevolezza del valore del respiro, spesso dato per scontato. Senza foreste, anche una volta sconfitto il Coronavirus, il gesto essenziale che garantisce la vita continuerà ad essere in pericolo. Basta chiudere un attimo gli occhi e pensare alla Amazzonia (Brasile) sfruttata e disintegrata o all'Australia in fiamme di sei mesi fa per rammentarci di quanto siano in pericolo i polmoni del mondo.

Ecco allora che rafforzare le foreste, prendersi cura di esse, gestirle in modo coordinato creando partnership tra enti e soggetti privati, può essere una delle strategie efficaci per supportare localmente uno sviluppo sostenibile dai contorni globali. Da questo punto di vista, una Riserva di Biosfera MAB UNESCO può giocare un ruolo essenziale anche nell'innovare approcci teorici e operativi sul fronte della tutela e della valorizzazione del patrimonio ambientale. Non è un caso, dunque, se la Riserva dell'Appennino tosco-emiliano abbia puntato, nel suo Action plan, anche sulla costituzione del Centro uomini e foreste d'Appennino. Richiamando in particolare due obiettivi dell'Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile – il 13, lotta al cambiamento climatico e il 15, vita sulla terra – la Riserva si propone in tal modo di implementare nelle comunità la consapevolezza del valore delle foreste e di coinvolgere la società civile stessa, in una prospettiva culturale di più ampio respiro, nella scommessa di fondare lo sviluppo sostenibile radicandolo, letteralmente, nelle foreste che ammantano i suoi territori. Foreste che devono essere aiutate a diventare fortemente resilienti rispetto le aggressioni del cambiamento climatico, affinché possano davvero diventarne le più temibili avversarie. Inoltre, la nostra Riserva è parte integrante del progetto Biosphere Forests for the Future, che raggruppa diverse Riserve di Biosfera europee attorno alle sfide del paesaggio forestale associate ai cambiamenti climatici. Mai come su questi temi, le dimensioni locale e globale si intrecciano senza soluzione di continuità.

Infatti, il riscaldamento globale sta generando sempre maggiori squilibri anche nella presenza stessa della risorsa più preziosa per la vita terrestre - e non, visto che investiamo fior fiore di fondi e di ricerca tecnologica a caccia di H2O su altri pianeti. L'incameramento dell'acqua nei ghiacci è a rischio, come dimostra il preoccupante deperimento dei ghiacciai delle Dolomiti, inserite dall'Unesco tra i siti patrimonio dell'umanità. L'evaporazione eccessiva dalle vaste masse acquatiche, d'altra parte, aumenta esponenzialmente il rischio di fenomeni atmosferici estremi, mettendo così a repentaglio anche la sorte delle coste, possibili prede di tsunami. In questo scenario globale, nemmeno la nostra Riserva può esimersi dall'affrontare quotidianamente le criticità generate dall'assenza o dalla mancata gestione razionale e rispettosa dell'acqua. Così, nel suo piccolo, essa solcata e caratterizzata dai tanti corsi e specchi d'acqua, ha scelto di porre, nell'ambito della programmazione e in piena conformità con due obiettivi specifici dell'Agenda 2030, un focus su questa inestimabile risorsa. Focus dettato anche dalla fragilità idrogeologica del territorio e dalla rilevanza storico-culturale delle acque, anche per queste aree, nell'insediamento umano di lungo periodo. La dimensione globale di quest'ultimo aspetto ha permesso alla nostra Riserva anche di sviluppare un progetto congiunto con una Riserva statunitense, ovvero Adirondacks & Appenine Ambassadors for Advance. La partnership implica anche il coinvolgimento di un college e di un parco nazionale ubicato entro i confini della Riserva degli Adirondacks nella riflessione condivisa su cambiamento climatico e sviluppo sostenibile. Uno dei primi punti di incontro tra le due riserve è stato proprio relativo all'acqua, ovvero uno studio che ha portato Università di Parma e Paul Smith's College a condividere studi e ricerche relative ai laghi. Eppure, dall'acqua si può anche imparare a diventare piccoli cittadini consapevoli e aperti alla conoscenza: ecco la sfida del Centro di Educazione all'ambiente e alla sostenibilità del Parco Nazionale. Ospitato nel comune di Ventasso, esso si compone di due Atelier. In particolare, quello denominato Di Onda in Onda, ha posto il suo campo base nella storica centrale idroelettrica di Ligonchio, che permette di sperimentare le proprietà dell'acqua e dell'energia elettrica. Uno dei percorsi formativi proposti agli studenti è proprio quello che permette di accostarsi alla forza e alla vitalità del torrente Ozola, testando, a contatto con questo corso d'acqua, nuove prospettive sull'ambiente naturale.

Per concludere, il 21 e il 22 marzo proviamo a guardare con occhi nuovi sor'acqua e i capolavori verdi di sora nostra madre terra, per dirla con il Poverello di Assisi.

(Chiara Torcianti. Club per l'Unesco di Carpineti. Comunità redazionale diffusa

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