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Pontremoli e Filattiera pronti all'allargamento nella Riserva di Biosfera MAB UNESCO Appennino tosco emiliano

Intervista alle sindache Lucia Baracchini e Annalisa Folloni

(Pontremoli e Filattiera, 23 Novembre 2020) - Presentata ufficialmente al Ministero dell'Ambiente la proposta di allargamento della Riserva di Biosfera MAB UNESCO Appennino tosco emiliano spazierà tra via Emilia e via Aurelia. Giovanelli: "Avremo nuove energie per dare gambe nuove a nuove idee: un patto metromontano, urbano rurale". Previsto un coordinamento tra Parco e Regioni.

"In questi giorni abbiamo presentato al Ministero dell'Ambiente il dossier per una nuova MaB dell'Appennino, dalla Via Emilia al Mar Tirreno", parole di Fausto Giovanelli, coordinatore della Riserva di Biosfera, che spiega come "con la presentazione si sia conclusa una tappa fondamentale del percorso, al termine di cinquantacinque mesi di ascolto e proposta, con energie distolte a tanti problemi e non senza interessi, contraddizioni e azzardi per il futuro della nostra MAB. Ma è un rischio da correre".

I diversi Consigli Comunali interessati stanno deliberando e ufficializzando le adesioni, tra questi si segnala l'importante adesione del comune di Pontremoli, uno dei centri più importanti di Lunigiana, "unica chiave e porta di Appennino" e la conferma di adesione di molti altri comuni tra cui quello di Filattiera, sempre in Lunigiana, anche parte del Parco Nazionale dell'Appennino Tosco Emiliano. Oggi incontriamo la sindaca di Pontremoli, Lucia Baracchini e la sindaca di Filattiera, Annalisa Folloni. Due "primi cittadini" che ben conoscono e vivono le proprie comunità.

Lucia Baracchini quali le motivazioni di questa importante adesione del comune di Pontremoli? Ritiene condivisibile affermare che scopo della Riserva della Biosfera Appennino Tosco Emiliano sia contrastare i pericoli dell'abbandono aumentando il valore, le motivazioni e la capacità del capitale umano, in primo luogo dei giovani?

Pontremoli fin da subito ha creduto nel percorso di nascita della Riserva della Biosfera Appennino Tosco Emiliano, la volontà di aderire è quindi lontana nel tempo, ma non resa possibile nel 2015 per problematiche di carattere burocratico.  Oggi abbiamo avuto la possibilità di rendere concreta quella volontà. 

La domanda nel suo complesso richiederebbe un trattato antropologico come risposta. Mette sotto la lente d'ingrandimento il passato abbandono dell'Appennino, visto in contrasto con il mito del benessere quasi con la stessa dicotomia che vi era tra arredo in arte povera e il nuovo e luccicante arredo in formica. Una perdita di adesione che ha portato alla sopraffazione del mito del benessere. 

Oggi alla luce dell'attuale situazione emergenziale, che porterà a un nuovo sviluppo degli stili di vita, una sorta di Terza Rivoluzione Industriale, è necessario ripensare l'Appennino come un continuo scambio Uomo-Ambiente. Non più solo un valore ambientale, qualitativo, identitario e che ha costituito il carattere resiliente dei suoi abitanti. 

Oggi l'Appennino può tornare a essere luogo centrale di vita e non più periferia. Parlando di capitale umano bisogna tenere conto della capacità di scoprire o riscoprire unicità nel giusto proporsi di elementi per una qualità di vita armonica altrove difficilmente ritrovabile.

Annalisa Folloni il suo comune, Filattiera, fin dal 2015 ha aderito alla Riserva della Biosfera Appennino Tosco Emiliano e ha recentemente ratificato il suo allargamento. Quali considerazioni da questi primi anni e quali saranno i valori aggiunti del nuovo allargamento?

Il Comune di Filattiera, è uno dei Comuni "fondatori" del Parco, che fin dal 2015 ha aderito alla Riserva della Biosfera Appennino Tosco Emiliano. Recentemente ha convintamente votato a favore del suo allargamento. Credo che questa sia una delle sfide più importanti del territorio lunigianese, che insieme deve provare a vincere. L'appartenenza al Parco e alla Riserva ha contribuito ad aumentare una maggiore consapevolezza dei valori ambientali, architettonici e culturali del nostro territorio. È oggi necessario mantenere e salvaguardare questa specificità che il lavoro delle generazioni che ci hanno preceduto ci ha lasciato in eredità.

La sfida difficile per un Comune di 2.243 persone, il 40% del quale con oltre sessanta anni è di provare a invertire una tendenza allo spopolamento che sembra irreversibile. Il tempo che abbiamo davanti ci fa immaginare un processo di progressivo allontanamento dalle città e i piccoli borghi nelle aree interne e montane come i nostri, possono intercettare la ricerca di nuove esperienze di vita e di relazioni in luoghi unici e non replicabili, non come esperienza romantica ma contemporanea.

La Lunigiana può offrire una dimensione di vita e di socialità che si è persa nelle città. Per questo serve banda larga e connettività adeguate, completando la realizzazione degli investimenti già avviati dalla Regione Toscana. Per questo serve un territorio unitamente convinto delle sue potenzialità e per questo è importante il recente allargamento della Riserva della Biosfera Appennino Tosco Emiliano.

In particolare quello dei giovani, della loro istruzione e del loro futuro sono temi che, sappiamo, vi stanno molto a cuore. Come la Riserva della Biosfera Appennino Tosco Emiliano può essere di supporto per il territorio?

Folloni: I giovani sono il capitale e una delle migliori risorse di cui il territorio può disporre; una loro adeguata istruzione è decisiva, non solo per ridurre le disuguaglianze, ma per essere sperimentata anche in attività economiche che possono avere nei valori tutelati dalla Riserva un punto di forza di motivazione e di unicità importante. Può contribuire ad accrescere l'identità territoriale, il senso di appartenenza a un territorio unico che merita di essere preso a cuore.

Baracchini: Due riflessioni diverse il cui spartiacque è l'attuale momento storico. Pre Covid si sarebbe potuto rispondere che il territorio della Riserva della Biosfera Appennino Tosco Emiliano, proprio per il suo genius loci e per la sua eredità trans generazionale, poteva essere il luogo in cui formare i giovani intrisi di appartenenza e legame a esso. Oggi e nell'immediato futuro, passata l'emergenza, bisogna guardare alla Riserva della Biosfera come luogo centrale che potrà attivamente partecipare alla nuova definizione uomo-ambiente. I nuovi spostamenti e i nuovi stili di vita non saranno più dalla campagna o montagna alla città ma saranno bilaterali e tra loro mescolati. Un nuovo patto metro montano com'è definito anche quest'allargamento della Riserva della Biosfera di cui i giovani studenti saranno i protagonisti.

Lucia Baracchini la Riserva della Biosfera Appennino Tosco Emiliano si allarga verso il mare, con l'ingresso di tutti i comuni della Lunigiana e di Luni, in Liguria, e verso la Pianura Padana con l'ingresso anche di grandi centri come Parma e Reggio Emilia. Quest'Area vasta è quella di riferimento culturale di ogni lunigianese. Che ruolo potrà giocare la Lunigiana? Che cosa potrà portare Pontremoli a questo percorso comune?

Se un territorio ha avuto una Storia, questa torna nel tempo ad avere un significato. Pontremoli e la Lunigiana sono da sempre terre di confine, hanno sempre vissuto un'appartenenza a culture differenti. Questo ci permette oggi di poter affrontare queste aderenze con un'ottica di collaborazione che deriva dalla Storia. Oggi è necessario rivendicare il principio di Lunigiana Storica, cui la Riserva della Biosfera ha voluto pensare con l'adesione di Luni, quale Territorio fondamentale di collegamento, passaggio e, nella nuova Rivoluzione industriale, anche di vita. Prioritaria sarà la volontà delle politiche regionali e nazionali per un rilancio della mobilità Parma – La Spezia nello strategico collegamento tra attività portuale e Città del Nord, tra navi da crociera e Food Valley. Pontremoli e la Lunigiana di questo sono storicamente e culturalmente il collante.

Annalisa Folloni la nuova Riserva avrà una nuova governance rafforzata al centro e articolata nei territori: una cabina di regia costituita dal Parco Nazionale e dalle due Regioni e cinque coordinamenti territoriali, uno per ciascuno per Appennino Reggiano, Parmense, Modenese, Lunigiana e Garfagnana. Come potranno coordinarsi le istituzioni di due differenti Regioni e come la nostra terra di confine, passaggio naturale tra Toscana ed Emilia, potrà essere portavoce di un modello di ripartenza per la Comunità e le Terre Alte?

Nel mio ruolo di sindaca di un piccolo Comune, ho imparato che il governo delle complessità e dei processi che devono necessariamente avvenire a scale territoriali più ampie, deve tener conto in modo effettivo e non formale di tutti i territori e dei Sindaci che ne sono l'espressione.  La Riserva oggi è estesa su un territorio di trentaquattro Comuni, che presto diventeranno settantanove; condivido la governance prevista che valorizza i coordinamenti territoriali, all'interno dei quali i Sindaci potranno esprimere esigenze e proposte.

(Pirangelo Caponi. Comunità redazionale diffusa)

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